La
nascita pretermine può interferire con la maturazione cerebrale e i successivi eventi clinici e gli interventi talvolta necessari possono avere ulteriori effetti deleteri.
La
musica come terapia viene offerta sempre più spesso nelle
unità di terapia intensiva neonatale con l’obiettivo di migliorare gli esiti sanitari, la qualità della vita dei neonati pretermine e il benessere dei loro genitori.
Tuttavia revisioni sistematiche di differenti qualità metodologiche hanno dimostrato
risultati ambigui sull’
efficacia di vari tipi di stimolazione uditiva nei neonati prematuri.
Una
revisione sistematica completa e rigorosa ha affrontato le controversie derivanti da studi e revisioni apparentemente contrastanti. E’ stata valutata l'
efficacia complessiva della
musica e degli
interventi vocali per gli esiti fisiologici e di sviluppo neurologico nei neonati prematuri (< 37 settimane di gestazione), confrontata con le cure standard.
Inoltre, gli autori della review hanno cercato di determinare gli
effetti specifici dei vari interventi sui risultati fisiologici, antropometrici, socio-emotivi, di sviluppo neurologico a breve e lungo termine nei neonati, sul benessere dei genitori e sul legame.
Le
ricerche sono state effettuate nel novembre 2021 all'interno di Cochrane Central Register of Controlled Trials (CENTRAL), MEDLINE, Embase, CINAHL, PsycINFO, Web of Science, RILM Abstracts ed ERIC e nel febbraio 2019 in Proquest Dissertations.
Sono state esaminate le
reference list delle revisioni sistematiche e degli studi selezionati per l'inclusione, e i
registri degli studi clinici. Inoltre sono stati inclusi studi paralleli e trial controllati randomizzati in cluster, con
neonati pretermine (< 37 settimane di gestazione) durante il ricovero in ospedale e con i genitori quando erano coinvolti nell'intervento.
Gli interventi consistevano in
qualsiasi musica o stimolazione vocale fornita dal vivo o tramite una registrazione da un musicoterapista, un genitore o un operatore sanitario, confrontati con le cure standard.
La durata dell'intervento era
superiore a cinque minuti e doveva
ripetersi più di tre volte.
Musica, voce e sviluppo neurologico nei pretermine: i risultati della revisione Cochrane
Gli interventi musicali/vocali non aumentano la
saturazione di ossigeno nei neonati durante l'intervento (differenza media (MD) 0,13, IC 95% da -0,33 a 0,59; P = 0,59; 958 neonati, 10 studi; evidenza a elevata certezza) e probabilmente non aumentano nemmeno la saturazione di ossigeno post-intervento (MD 0,63, IC 95% da -0,01 a 1,26; P = 0,05; 800 neonati, 7 studi; evidenza a certezza moderata).
La musica e la voce potrebbero non favorire lo
sviluppo infantile (calcolato mediante la Bayley Scale of Infant and Infant Development - BSID) secondo il punteggio BSID dell'area cognitiva (MD 0,35, IC 95% da -4,85 a 5,55; P = 0,90; 69 neonati, 2 studi; evidenza a bassa certezza), secondo il punteggio BSID della scala motoria (MD -0,17, IC 95% da -5,45 a 5,11; P = 0,95; 69 neonati, 2 studi; evidenza a bassa certezza), secondo il punteggio BSID dell'ambito linguistico (MD 0,38, IC 95% da -5,45 a 6,21; P = 0,90; 69 neonati, 2 studi; evidenza a bassa certezza).
L’intervento probabilmente non riduce la
frequenza respiratoria durante l’intervento (MD 0,42, IC 95% -1,05-1,90; P = 0,57; 750 neonati, 7 studi; evidenza di certezza moderata) e post-intervento (MD 0,51, IC 95% - 1,57-2,58; P = 0,63; 636 neonati, 5 studi; evidenza di certezza moderata).
Tuttavia, gli interventi musicali/vocali probabilmente riducono la
frequenza cardiaca nei neonati prematuri durante l’intervento (MD -1,38, IC 95% da -2,63 a -0,12; P = 0,03; 1014 neonati, 11 studi; evidenza di certezza moderata) e ancora più dopo l’intervento
(MD -3,80, IC 95% da -5,05 a -2,55; P <0,00001; 903 neonati, 9 studi; evidenza ad alta certezza).
La
musicoterapia potrebbe non ridurre la
depressione postnatale (MD 0,50, IC 95% da -1,80 a 2,81; P = 0,67; 67 partecipanti; 2 studi; evidenza con scarsa certezza) e nemmeno l’
ansia di tratto dei genitori, ovvero la condizione di ansia temporanea (MD -1,12, IC 95% da -3,20 a 0,96; P = 0,29; 97 genitori, 4 studi; evidenza a bassa certezza). Mentre l’evidenza è molto incerta riguardo all’effetto della musicoterapia sull’
ansia di stato dei genitori ovvero una forma stabile e cronica di ansia (MD -0,15, IC 95% da -2,72 a 2,41; P = 0,91; 87 genitori, 3 studi; evidenza di certezza molto bassa).
Non vi è sicurezza di eventuali ulteriori effetti riguardanti tutti gli altri
esiti secondari a breve e lungo termine sui bambini, sul benessere dei genitori e sull'attaccamento.
Due studi hanno valutato gli
effetti avversi come risultato esplicito d’interesse e non hanno riportato effetti avversi derivanti dalla musica e dalla voce.
Gli autori concludono che a causa della
scarsa certezza delle prove per tutti gli altri risultati, non hanno potuto trarre ulteriori conclusioni sull’efficacia complessiva né sul possibile impatto di diversi tipi di intervento, frequenza o durata. Sono perciò necessarie ulteriori ricerche più solide, con meno rischi di bias e risultati più sensibili e clinicamente rilevanti.
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