Le evidenze della presenza di
microplastiche nel tessuto riproduttivo umano e la loro associazione con l'sposizione ambientale è al centro di una revisione sistematica della letteratura pubblicata sull'International Journal of Obstetrics & Gynaecology.
Le plastiche
L’inquinamento da plastica è una preoccupazione globale importante e crescente: solo nel 2019
22 milioni di tonnellate di plastica si sono disperse nell’ambiente e si prevede che raddoppieranno fino a raggiungere 44 milioni di tonnellate all’anno entro il 2060.
Nell’ambito sanitario, un enorme aumento dei rifiuti biochimici comprendenti la plastica, ad esempio per
mascherine e
altri dispositivi di protezione individuale, è stato riscontrato in risposta alla pandemia globale di Covid-19.
Gli esseri umani sono esposti alle particelle di plastica
attraverso l'inalazione, l'ingestione e il contatto con la pelle, e stanno emergendo prove di associate molteplici minacce per la salute.
Nella
produzione della plastica vengono utilizzate circa
13.000 sostanze chimiche; questi possono fuoriuscire dai prodotti di plastica in tutte le fasi del loro ciclo di vita e includono sostanze chimiche cancerogene e che alterano il sistema endocrino.
L'
esposizione agli additivi della plastica è stata collegata a infertilità, aborto spontaneo, obesità, diabete, cancro alla prostata e al seno, aumento del rischio cardiovascolare e disturbi dello sviluppo neurologico.
Microplastiche e nanoplastiche
Le
microplastiche (particelle di plastica fino a 5 mm di diametro) e le
nanoplastiche (quelle <1 μm) derivano dalla
degradazione di oggetti di plastica e sono emerse come nuovi inquinanti ampiamente distribuiti nell'ambiente.
Vi sono prove crescenti dell'ubiquità delle
microplastiche nei tessuti umani, inclusi polmoni, nel sangue, nelle feci, nei reni, nel fegato e nel latte materno.
Le prime segnalazioni di microplastiche rilevate nella
placenta umana e nel
meconio sono state pubblicate nel 2021; negli ultimi anni si è verificata un'espansione degli studi che esaminano potenziali dannosi effetti nel sistema riproduttivo, determinati da queste particelle a livello cellulare e in modelli animali.
Gli autori di
recente studio propongono un’immagine che sintetizza i recenti approfondimenti sulla presenza di microplastiche nei tessuti umani e le prove della loro potenziale tossicità riproduttiva in vitro e negli animali (vedi
figura 1).
Microplastiche e impatto sulla riproduzione umana
È fondamentale, dal punto di vista clinico e di salute pubblica, stabilire se la
tossicità delle micro- e nanoplastiche osservata nelle colture cellulari e negli studi sugli animali si traduca in
esiti avversi ostetrici e fetali e sulla
fertilità nelle popolazioni umane.
La revisione sopracitata rappresenta quindi un tentativo tempestivo di
valutare l’attuale base di evidenze.
Gli autori hanno effettuato una ricerca della letteratura in MEDLINE, Embase, Emcare, CINAHL, ClinicalTrials.gov e ICTRP sino al 3 febbraio 2023, selezionando gli studi che avevano valutato la presenza di microplastiche nei tessuti riproduttivi, le esposizioni ambientali alle microplastiche e gli esiti legati alla fertilità o alla gravidanza.
Due revisori indipendenti hanno selezionato gli studi ed estratto dati sulle caratteristiche degli studi, sulle microplastiche rilevate, sulle esposizioni ambientali e sugli esiti riproduttivi.
È stata quindi eseguita una sintesi narrativa a causa dell'eterogeneità metodologica. Su 1094 citazioni, sono stati inclusi nella revisione sistematica
7 studi, che coprivano 96 partecipanti (vedi
figura S1 nei
dati supplementari).
La
tabella 1 riassume le caratteristiche e i risultati dello studio (l’estrazione completa dei dati è visualizzata nella
tabella S1).
Microplastiche composte da
16 diversi tipi di polimeri sono state rilevate sia nei
campioni placentari che in quelli di
meconio.
- Due studi hanno riportato associazioni tra fattori legati allo stile di vita (assunzione giornaliera di acqua, uso di detergenti o dentifricio, acqua in bottiglia e cibo da asporto) e microplastiche placentari.
- Uno studio ha riportato associazioni tra microplastiche nel meconio e ridotta diversità del microbiota.
- Uno studio ha evidenziato che i livelli di microplastica nella placenta erano correlati con il peso alla nascita ridotto e con i punteggi Apgar a 1 minuto.
Gli autori concludono sottolineando che sarebbero necessari:
- studi osservazionali più ampi, eseguiti utilizzando metodologie validate e basate sull’evidenza, per valutare gli effetti delle microplastiche sulla salute riproduttiva umana
- studi preclinici per determinare i meccanismi patologici rilevanti
- data l’attuale assenza di prove concrete sui potenziali danni delle microplastiche sulla riproduzione e sullo sviluppo, ulteriori ricerche e sviluppi di politiche di sanità pubblica che cerchino di ridurre l’esposizione alle microplastiche durante tutto il corso della vita, in particolare durante la gravidanza, la prima infanzia e l’infanzia.
Per saperne di più:
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