Uno
studio di coorte multicentrico, prospettico e osservazionale è stato condotto in
tre centri per la salute sessuale di Madrid e Barcellona, in Spagna.
Sono stati
arruolati tutti i pazienti consecutivi con vaiolo delle scimmie umano confermato in laboratorio
dall'11 maggio al 29 giugno 2022.
Nella valutazione prospettica dei pazienti con nuova diagnosi di vaiolo delle scimmie, è stata approfondita la
relazione tra
comportamento sessuale e presentazione clinica, sono state analizzate le
caratteristiche virologiche e i
modelli di progressione, raccogliendo sistematicamente informazioni sulle
pratiche sessuali, effettuando
esami clinici dettagliati, follow-up e
test per la presenza virale in campioni ottenuti da lesioni cutanee, gola e mucosa anale.
- 181 pazienti con diagnosi confermata di vaiolo delle scimmie sono stati arruolati nello studio.
- 166 (92%) identificati come uomini gay, uomini bisessuali o uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM) e 15 (8%) identificati come uomini eterosessuali o donne eterosessuali.
- L'età media era di 37 anni.
- 32 (18%) pazienti avevano una precedente vaccinazione contro il vaiolo, 72 (40%) erano sieropositivi, 8 (11%) mostravano una conta di cellule CD4 inferiore a 500 per μL e a 31 (17%) è stata diagnosticata una simultanea infezione sessualmente trasmessa.
- L'incubazione mediana è stata di 7 giorni.
Tutti i partecipanti si sono presentati con
lesioni cutanee:
- 141 (78%) partecipanti avevano lesioni nella regione anogenitale
- 78 (43%) nella regione orale e periorale.
70 (39%) partecipanti hanno avuto
complicazioni che hanno richiesto un
trattamento:
- 45 (25%) presentavano proctite
- 19 (10%) tonsillite
- 15 (8%) edema del pene
- 6 (3%) ascesso
- 8 (4%) esantema.
Tre (2%) pazienti hanno richiesto il
ricovero ospedaliero.
La
relazione tra
carica virale,
lesioni e
pratiche sessuali è stata analizzata:
- 178 (99%) su 180 tamponi da lesioni cutanee raccolte sono risultati positivi, così come 82 (70%) su 117 tamponi faringei. La carica virale era maggiore nei tamponi delle lesioni rispetto ai campioni faringei.
- 108 (65%) su 166 MSM hanno riportato sesso anale-ricettivo. Gli MSM che avevano rapporti anali ricettivi presentavano proctite e sintomi sistemici prima dell'eruzione cutanea più frequentemente rispetto agli MSM che non praticavano sesso anale-ricettivo.
- 18 (95%) dei 19 partecipanti con tonsillite hanno riferito di aver praticato sesso orale-ricettivo.
- Il tempo mediano dall'inizio delle lesioni alla formazione delle croste secche è stato di 10 giorni.
Il vaiolo delle scimmie ha causato lesioni e complicazioni
genitali, perianali e orali.
I
tamponi delle lesioni hanno mostrato le
cariche virali più elevate, il che, combinato con l'
esposizione sessuale e la distribuzione delle lesioni, suggerisce che il
contatto ravvicinato sia probabilmente la
via di trasmissione dominante nell'attuale focolaio.
Casi di vaiolo delle scimmie umano, il valore aggiunto dello studio e le conclusioni degli esperti
Le caratteristiche cliniche considerate in altre analisi osservazionali sono state qui esaminate a fondo e sono state descritte in modo più dettagliato diverse
complicazioni, tra cui una sindrome correlata alla
proctite e
tonsillite ulcerosa.
Gli autori riportano, inoltre, come specifici tipi di
pratiche sessuali siano correlati alla
presentazione clinica.
Rispetto ad alcuni studi precedenti, il
reclutamento di tutti i pazienti selezionati consecutivamente da tre cliniche per la salute sessuale fornisce indicazioni sul
numero, sulla proporzione dei diversi
tipi di presentazioni cliniche, sul periodo di
incubazione e sulle differenze della
carica virale nei diversi siti.
Inoltre, lo studio conferma il
breve periodo di incubazione riportato in precedenza e fornisce una stima del
tempo di evoluzione delle lesioni alla fase di crosta secca.
Le prove disponibili fino ad oggi suggeriscono che il
contatto pelle a pelle costituisce la via di trasmissione dominante del virus in questo focolaio, mentre la trasmissione respiratoria è probabilmente meno rilevante, incoraggiando la revisione delle misure di isolamento dei malati. Inoltre, la presenza di
manifestazioni atipiche sprona a una maggiore attenzione al sospetto di malattia, in particolare nelle aree con elevata velocità di trasmissione o in individui che potrebbero essere ad alto rischio di contagio.
Per quanto riguarda il
breve periodo di incubazione si ipotizza che le strategie di
vaccinazione pre-esposizione siano
più efficaci di quelle post-esposizione, soprattutto nei soggetti a rischio.
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