In un articolo pubblicato nel 2019
Autismo, ansia, depressione, schizofrenia, anoressia, obesità, tumori, morbo di Parkinson e Alzheimer: come si modificano o influiscono microbiota e microbioma avevamo affrontato l’argomento
microbioma-microbiota fornendo alcuni riferimenti a vari studi.
In un anno sono stati pubblicati i risultati di moltissime altre ricerche. Proprio in questi giorni su Quotidiano Sanità possiamo leggere
Microbioma Intestinale e rischio cardiometabolico, in cui vengono riportati i risultati di recenti studi.
Ultimamente troviamo in letteratura anche studi su
pazienti colpiti da Covid-19.
E’ possibile una relazione tra microbiota e infezione da Covid-19?
Nell'editoriale
Esiste un legame tra il microbiota intestinale e il Covid-19? del marzo 2020 nel
portale italiano di aggiornamento medico su microbiota e microbioma, appaiono importanti punti di riflessioni, tra queste:
- L’Italia è tra i primi paesi in Europa per consumo di antibiotici ed in Spagna e Francia l’uso è elevatissimo. Ma gli antibiotici sono noti per causare disbiosi intestinali importanti e in condizioni di disbiosi il sistema immunitario non funziona perfettamente. Potrebbe quindi porsi la domanda: E’ plausibile che l’abuso di antibiotici in questi tre paesi (Italia, Spagna, Francia) tra i più colpiti dall’emergenza, sia un fattore di rischio di Covid-19?
- Le comorbidità (diabete, ipertensione, fibrillazione atriale, demenza, ictus) hanno influito sulla gravità e sulla mortalità dei pazienti con Covid-19. In condizioni cliniche critiche, come quelle causate da Covid-19, è logico che queste patologie abbiano rappresentato un rischio ulteriore. Dobbiamo chiederci però se non sia la malattia in sé a rappresentare un fattore di rischio per il Covid-19, bensì le conseguenti terapie farmacologiche. Diversi studi ormai dimostrano che molti farmaci (metformina, statine, PPI-inibitori della pompa protonica, farmaci psichiatrici) alterano il microbiota intestinale. Anche in questo caso la domanda va posta: queste alterazioni aumentano il rischio di infezioni virali?
- L’età media di chi viene ricoverato per Covid-19, come quella di chi non ce la fa a superare la polmonite virale, è piuttosto elevata. Succede così anche per la normale influenza stagionale. Ma sarebbe interessante capire, dal momento che il microbiota intestinale dell’anziano è spesso chiamato “fragile”, impoverito soprattutto in termini di biodiversità, se anche qui esiste una correlazione.
- Allargando il tema al mondo animale, uno studio italiano, uscito lo scorso agosto su Research in Veterinary Science ha scoperto che una forma mutata di coronavirus felini enterici (FCoV) può diffondersi inducendo sistematicamente peritonite infettiva (FIP) nei gatti. Gli stessi ricercatori hanno analizzato il microbiota fecale in 15 gatti divisi in tre gruppi: sani, positivi a FCoV e affetti da FIP. E hanno osservato che esiste una correlazione tra specifici pattern del microbiota intestinale e la presenza di coronavirus e/o della malattia.
L’autore dell’editoriale riporta: "Sono sicuro che qualcuno, in qualche ospedale nel mondo, ci ha pensato e sta raccogliendo campioni fecali dei pazienti ricoverati per un futuro studio di correlazione che metta assieme tutti i pezzi di questo complicatissimo puzzle".
Microbiota e Covid-19: alcuni studi
Nello studio pilota
Alterations in Gut Microbiota of Patients With COVID-19 During Time of Hospitalization, alcuni ricercatori cinesi hanno analizzato campioni fecali di 15 pazienti Covid dal momento del ricovero a quello delle dimissioni, confrontandoli con quelli di altrettanti di controllo da individui sani, al fine di identificarne eventuali alterazioni.
Età, genere, uso di antibiotici e comorbilità sono stati considerati come
fattori confondenti.
Rispetto ai controlli, i pazienti Covid-19 hanno registrato persistenti
alterazioni del microbiota intestinale durante l’ospedalizzazione associate ai
livelli di virus e alla
gravità dell’infezione.
Dettagli e commenti a questo studio sono consultabili nell’articolo:
Covid-19: primi indizi di correlazione tra gravità dei sintomi e microbiota intestinaleUn altro studio
Gut microbiota and Covid-19- possible link and implications offre un’eloquente immagine del
possibile ruolo del microbiota intestinale nella modulazione della risposta immunitaria in Covid-19.
Nello studio, viene precisato che la
presenza di SARS Cov2 RNA nelle feci di alcuni pazienti e la
diarrea in altri suggeriscono un legame sottile tra il polmone e l'intestino. Sebbene non sia stata segnalata alcuna trasmissione fecale-orale, si può presumere che molti bambini e adulti asintomatici possano rilasciare particelle di virus infettivo nelle feci portando ad infezione in altri. La
diversità del microbiota intestinale e la
presenza di microrganismi benefici nell'intestino possono svolgere un ruolo importante nel determinare il decorso di questa malattia. Pazienti anziani, immuno-compromessi e pazienti con altre comorbilità come il diabete di tipo 2 o i disturbi cardiovascolari sono “svantaggiati” nella lotta contro Covid-19. È interessante notare che uno squilibrio generale del microbiota intestinale chiamato "
disbiosi" è implicato in tali pazienti e anziani.
Gut microbiota may underlie the predisposition of healthy individuals to COVID-19 è uno studio pubblicato per il momento solo sul portale MedRxiv (in cui ricordiamo che sono contenuti studi non ancora sottoposti ad un processo di revisione).
Fornisce nuovi elementi su come il
microbiota intestinale possa essere alla base della
suscettibilità dei soggetti sani al Covid-19 e porta prove e suggerimenti sul potenziale meccanismo biologico alla base della diversa suscettibilità tra i diversi gruppi di persone.
Le
caratteristiche microbiche intestinali scoperte e i relativi
metaboliti possono servire come potenziale bersaglio negli interventi di prevenzione / trattamento in particolare tra coloro che risultano “sensibili” all'infezione da SARS-CoV-2.
Nella
revisione Strengthening the Immune System and Reducing Inflammation and Oxidative Stress through Diet and Nutrition: Considerations during the COVID-19 Crisis. viene evidenziata l'importanza dello
stato nutrizionale per ridurre efficacemente l'infiammazione e lo stress ossidativo, rafforzando così il sistema immunitario durante la crisi COVID-19.
Lo
scarso stato nutrizionale è infatti associato a infiammazione e stress ossidativo, che a loro volta possono influire sul sistema immunitario. La
carenza ad esempio di vitamina A o zinco, è stata collegata ad un aumentato rischio di infezione. I componenti dietetici con una capacità anti-infiammatoria e antiossidante particolarmente elevata includono
vitamina C, vitamina E e sostanze fitochimiche come
carotenoidi e polifenoli. Molti di questi possono interagire con fattori di trascrizione come NF-kB e Nrf-2, correlati rispettivamente a effetti antinfiammatori e antiossidanti.
La
vitamina D in particolare può influire sul'infezione cellulare virale interagendo con i recettori di entrata cellulare (enzima di conversione dell'angiotensina 2), ACE2. Anche le
fibre alimentari, fermentate dal microbiota intestinale in acidi grassi a catena corta, hanno anche dimostrato di produrre effetti antinfiammatori.
Nella revisione, oltre a dettagliati riferimenti ad ogni
nutriente, viene fornita una tabella riassuntiva, ripresa da United States Department of Agriculture. che riporta la
quantità che ne possiamo trovare nei vari
alimenti.
E' importante indagare ancora sulle connessione tra microbiota e Covid-19
Gli autori italiani dell'editoriale
Covid-19 and the microbiota: new kids on the block sintetizzano le ragioni per continuare ad approfondire questa relazione.
La recente infezione sostenuta da Covid-19 è arrivata alla nostra attenzione troppo tardi anche a causa di una sovrapposizione con l'influenza stagionale; a causa della sua aggressività, almeno nei pazienti con caratteristiche peculiari, ha causato un sovraffollamento negli ospedali e nelle unità di terapia intensiva con conseguenze tragiche.
Il
danno patologico causato da questo virus sembra essere principalmente infiammatorio / trombotico ed è principalmente localizzato nella circolazione polmonare; oltre a ciò, la localizzazione intestinale probabilmente associata al verificarsi di sintomi gastrointestinali è stata riportata anche in circa il 5-10% dei pazienti.
Quali sono le interazioni tra Covid-19, intestino e microbiota polmonare?Nessuno lo sa ancora, ma è obbligatorio concentrarsi su questo problema per capire meglio perché alcuni pazienti erano totalmente asintomatici, altri hanno sviluppato sintomi lievi, mentre altri sono stati sottoposti a sindrome respiratoria da distress acuto.
Si può ipotizzare che le
differenze nella composizione del microbiota polmonare e dell'intestino possano discriminare la gravità di infezione da COVID-19?
Solo altri studi potranno rispondere a questi quesiti.
Per saperne di più:
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Quotidiano Sanità 3 giugno 2020. Microbioma Intestinale e rischio cardiometabolico
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Barberi M. Esiste un legame tra il microbiota intestinale e il Covid-19? Portale italiano di aggiornamento medico su microbiota e microbioma. 29 marzo 2020
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Feline gut microbiota composition in association with feline coronavirus infection: A pilot study Meazzi S, Stranieri A, Lauzi S, et al. Res Vet Sci. 2019;125:272‐278. doi:10.1016/j.rvsc.2019.07.003
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Alterations in Gut Microbiota of Patients With COVID-19 During Time of Hospitalization. Zuo T, Zhang F, Lui GCY, et al. Gastroenterology. 2020 May 19. pii: S0016-5085(20)34701-6. doi: 10.1053/j.gastro.2020.05.048. [Epub ahead of print]
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Portale italiano di aggiornamento medico su microbiota e microbioma: Covid-19: primi indizi di correlazione tra gravità dei sintomi e microbiota intestinale
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![quadratino](/images/loghi/quadratino.png) |
Gut microbiota and Covid-19- possible link and implications. Dhar D, Mohanty A. Virus Res. 2020 May 13;285:198018. doi: 10.1016/j.virusres.2020.198018. Online ahead of print.
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Gut microbiota may underlie the predisposition of healthy individuals to COVID-19. Gou, W. et al. medRxiv. 2020 doi: https://doi.org/10.1101/2020.04.22.20076091.
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![quadratino](/images/loghi/quadratino.png) |
Strengthening the Immune System and Reducing Inflammation and Oxidative Stress through Diet and Nutrition: Considerations during the COVID-19 Crisis. Iddir M, Brito A, Dingeo G, Fernandez Del Campo SS, Samouda H, La Frano MR, Bohn T. Nutrients. 2020 May 27;12(6). pii: E1562. doi: 10.3390/nu12061562. Review.
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![quadratino](/images/loghi/quadratino.png) |
Editorial Covid-19 and the microbiota: new kids on the block. Gasbarrini G, Dionisi T, Franceschi F, Gasbarrini A. Eur Rev Med Pharmacol Sci. 2020 May;24(9):5189-5191. doi: 10.26355/eurrev_202005_21218. No abstract available. |