Secondo uno
studio, non sottoposto ancora a revisione paritaria, condotto dai ricercatori dell'
istituto di ricerca italiano Lazzaro Spallanzani in collaborazione con il Centro russo
Gamaleya e il Fondo Russo di Investimenti Diretti, il vaccino
Sputnik V dimostra una forte risposta neutralizzante contro la variante Omicron.
Lo studio, svolto su gruppi comparabili di
sieri di individui vaccinati con 2 dosi di vaccino Sputnik V e Pfizer, mostra l'attività neutralizzante contro la variante Omicron (B.1.1.529), in confronto alla variante Wuhan di riferimento D614G (B.1), in diversi momenti temporali, fino a 6 mesi dopo la vaccinazione.
Contro Omicron (B.1.1.529) il vaccino
Sputnik dimostra titoli anticorpali neutralizzanti più di 2 volte superiori rispetto a 2 dosi del vaccino Pfizer (2.1 volte superiori in totale e 2.6 volte superiori a 3 mesi dopo la vaccinazione).
La
diminuzione dell'attività anticorpale contro la variante Omicron appare di
8,1 volte per il gruppo vaccinato con Sputnik V e di
21,4 volte per il gruppo BNT162b2 e, inoltre, l'analisi mostra che il
74,2% dei vaccinati con Sputnik V contro il 56,9% con BNT162b2
mantiene un’attività neutralizzante contro Omicron.
Molti vaccini autorizzati perdono significativamente attività nei confronti di Omicron, mentre alcuni non hanno mostrato alcuna capacità di neutralizzazione.
Oggi più che mai diventa necessaria la vaccinazione di richiamo, sottolineano i ricercatori. E l'approccio più efficace, già mostrato in altri studi, è il ricorso alla
vaccinazione di richiamo eterologa (mix and match) che può aumentare l'efficacia dei vaccini ed estendere il periodo di protezione del richiamo.
Per saperne di più:
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Retention of Neutralizing response against SARS-CoV-2 Omicron variant in Sputnik V vaccinated individuals
Daniele Lapa, Daria Grousova, Giulia Matusali, Silvia Meschi, Francesca Colavita, Aurora Bettini, Giulia Gramigna, Massimo Francalancia, Anna Rosa Garbuglia, Enrico Girardi, Vincenzo Puro, Andrea Antinori, Anna Kovyrshina, Inna Dolzhikova, Dmitry Shcheblyakov, Amir Tukhvatulin, Olga Zubkova, Denis Logunov, Boris Naroditsky, Francesco Vaia, Alexander Gintsburg
MedRxiv 2022.01.15.22269335; doi: https://doi.org/10.1101/2022.01.15.22269335
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Per approfondire:
