9/4/2021

Nesso tra COVID-19 e vitamina D: revisione sistematica e meta-analisi


The link between COVID-19 and VItamin D (VIVID): a systematic review and meta-analysis
Autori: Bassatne A, Basbous M, Chakhtoura M, Zein OE, Rahme M, Fuleihan GE
Rivista: Metabolism. 2021 Mar 24:154753.

La gravità della malattia e i tassi di mortalità dovuti all'infezione da COVID-19 sono maggiori nei pazienti anziani e cronici, popolazioni ad alto rischio di carenza di vitamina D. La vitamina D svolge un ruolo importante nella funzione immunitaria e nell'infiammazione. La revisione sistematica e la meta-analisi valutano l'impatto dello stato di vitamina D e della supplementazione, sulla mortalità e sugli esiti di salute, correlati a COVID-19.

Metodi. Gli autori hanno identificato gli studi in quattro database fino al 18 dicembre 2020 e nei registri dei trial fino al 20 gennaio 2021. Due revisori hanno esaminato gli studi, raccolto dati, valutato il rischio di bias e classificato le prove di ciascun risultato tra gli studi, in modo indipendente e in doppio.
Gli esiti di interesse pre-specificati erano mortalità, ricovero in terapia intensiva, ventilazione invasiva e non invasiva, ospedalizzazione, tempo di degenza ospedaliera, gravità della malattia e positività a SARS-CoV-2.
Sono stati inclusi nella prima analisi solo i dati di articoli sottoposti a peer-review.

Risultati. Son stati identificati 31 studi osservazionali sottoposti a peer-review.
  • Nell’analisi primaria, c'era una tendenza positiva tra illivello sierico di 25(OH)D < 20 ng/ml e un aumento del rischio di mortalità, ricovero in terapia intensiva, ventilazione invasiva, ventilazione non invasiva o positività a SARS-CoV-2. Tuttavia, queste associazioni non erano statisticamente significative
  • I livelli medi di 25(OH)D erano 5,9 ng/ml (95% CI [-9,5, -2,3]) significativamente più bassi nei pazienti COVID-19 positivi, rispetto ai pazienti negativi
  • La certezza delle prove rimaneva molto bassa.
Sono stati identificati anche 32 protocolli di sperimentazione clinica, ma solo tre hanno pubblicato i risultati fino ad oggi. Nei trial vengono somministrate dosi di vitamina D da 357 a 60.000 UI / giorno, da una settimana a 12 mesi. Otto megatrial studiano l'efficacia della vitamina D in pazienti non ricoverati (outpatient populations)
  • Uno studio pilota ha rivelato una diminuzione significativa dei ricoveri in terapia intensiva con calcifediolo, rispetto al placebo (OR = 0,003), ma la certezza dell'evidenza non era chiara
  • Un altro piccolo studio ha dimostrato che l'integrazione con colecalciferolo, 60.000 UI / die, ha ridotto i livelli di fibrinogeno, ma non ha avuto un effetto sui livelli di D-dimero, procalcitonina e CRP, rispetto al placebo
  • Un terzo studio non ha trovato alcun effetto della supplementazione di vitamina D sui risultati di salute correlati a COVID-19.
Conclusioni.
Sebbene le prove disponibili fino ad oggi, da studi osservazionali di scarsa qualità, possano essere interpretate come una tendenza per un'associazione tra bassi livelli sierici di 25(OH)D e risultati di salute correlati a COVID-19, questa relazione non è stata trovata come statisticamente significativa
La supplementazione di calcifediolo può avere un effetto protettivo sui ricoveri in terapia intensiva correlati a COVID-19
L'attuale uso di alte dosi di vitamina D nei pazienti con COVID-19 non è basato su prove solide.

Occorre attendere i risultati degli studi in corso per determinare l'efficacia, le dosi ottimali e la sicurezza dell'integrazione di vitamina D per prevenire e trattare gli esiti di salute correlati a COVID-19.


Per saperne di più:

quadratino Leggi l'articolo The link between COVID-19 and VItamin D (VIVID): a systematic review and meta-analysis

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