Nonostante la crescente rilevanza clinica,
non sono molte le informazioni disponibili sulla
risposta organizzativa dei
servizi sanitari a questa condizione caratterizzata dal
mancato ritorno da parte del paziente affetto da COVID-19
allo stato di salute precedente l’infezione acuta
Uno
studio evidenzia i risultati di un
sondaggio nazionale on line su
oltre 100 centri che forniscono assistenza per i
pazienti con long COVID.
Le informazioni raccolte (i dettagli sono forniti nella
tabella 1) includevano data di inizio attività, popolazione target, modalità di assistenza e di riferimento, tipologia e numero di specialisti disponibili, esami diagnostici e strumentali, utilizzo della telemedicina e di questionari specifici.
Tra
febbraio e maggio 2022, 124 centri hanno completato l'indagine, di cui la metà circa era situata nel nord Italia.
- La maggior parte (88,9%) ha fornito assistenza attraverso visite ambulatoriali o servizi di day hospital.
- Undici (8,9%) i pazienti pediatrici assistiti.
- L'accesso ai centri includeva le visite programmate per i pazienti ricoverati (67,7%), il rinvio dalle cure primarie (62,1%), da altri specialisti (46,8%) e, meno comunemente, da altri servizi.
- Quasi la metà dei centri (46,3%) ha iniziato la propria attività a inizio pandemia (marzo-settembre 2020).
- Quasi tutti (93,5%) hanno comunicato con i medici di base e il 21,8% ha utilizzato strumenti di telemedicina.
- Il numero medio di pazienti seguiti è stato di 40 al mese (mediana 20, IQR 10-40).
- Nella maggior parte dei casi, il coordinatore del centro era uno specialista in malattie respiratorie (30,6%), malattie infettive (28,2%) o medicina interna (25,0%), come evidenziato in figura 1.
- Almeno la metà dei centri disponeva di supporto specialistico in cardiologia, malattie respiratorie, radiologia, malattie infettive, neurologia e psicologia, ma circa un quarto dei centri aveva a disposizione solo uno (14,5%) o due (9,7%) specialisti (figura 2).
La
valutazione clinica era solitamente supportata da un'ampia gamma di
esami di diagnostica di laboratorio e strumentale e da
valutazioni multidimensionali.
La maggior parte dei centri aveva un
approccio articolato e
multidisciplinare alla diagnosi e alla cura di long COVID. Tuttavia, una minoranza di centri ha fornito solo uno o due supporti specialistici.
Questi risultati possono essere di aiuto nella
definizione di standard,
interventi e
linee guida comuni che possono ridurre le lacune e l'eterogeneità nell'assistenza ai pazienti con long COVID.
Per saperne di più:
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