L'Organizzazione mondiale della sanità ha preparato una infografica che riassume con immagini le
informazioni per la somministrazione dell'associazione casirivimab-imdevimab contro COVID-19.
I due anticorpi sono attivi contro le varianti Alfa, Beta, Gamma e Delta, mentre
evidenze emergenti prevedono una diminuzione dell'efficacia contro Omicron, si legge in avvio del documento.
Per chi sono indicati casirivimab e imdevimab?
- Per i pazienti con COVID-19 confermato non grave, ma a rischio di progressione della malattia e di ospedalizzazione.
- Coloro che sono a più alto rischio in generale:
- hanno età avanzata
- presentano immunodeficienza e malattie croniche
- non sono vaccinati.
- Per i pazienti con confermata sieronegatività grave o critica a SARS-CoV-2. I test sierologici dovrebbero rilevare la presenza degli anticorpi della proteina spike di SARS-CoV-2.
I fattori di rischio comprendono anche:
- età superiore a 60 anni, ipertensione, diabete, malattie cardiache, malattie polmonari croniche o cerebrovascolari, demenza, disturbi mentali, malattie renali croniche, immunosoppressione (incluso HIV), obesità e cancro
- gravidanza, età materna avanzata, indice di massa corporea elevato e condizioni croniche pregresse
Esistono
dati limitati sull'uso di casirivimab e imdevimab in donne in gravidanza con COVID-19. In questi casi, la decisione sull'uso della terapia dovrà essere effettuata in consultazione tra medico e paziente.
Le
controindicazioni a casirivimab e imdevimab includono individui di ≥ 12 anni, ≥ 40 kg o allergici a un componente della terapia.
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