E’ sicuramente importante valutare l'impatto della pandemia sulla salute mentale: conoscere i dati aiuta anche a pianificare strategie di gestione clinica a breve, medio e lungo termine.
Impatto di Covid-19 sulla salute mentale: le principali indagini svolte in Italia
Ci sono stati vari studi sul tema, ma i risultati sono difficilmente confrontabili, dato il campione considerato o altre differenze metodologiche.
L'Istituto superiore di sanità in una pagina del sito di Epicentro dedicata all’
impatto della pandemia COVID-19 sulla salute mentale, sottolinea che il Centro di riferimento per le Scienze comportamentali e la Salute mentale dell’ISS è stato attivo sin dalle prime fasi della pandemia sia attraverso la partecipazione e la conduzione di studi, sia attraverso indagini valutative dello stato dei servizi disponibili per la popolazione.
Tra gli studi, viene ricordato quello
avviato a giugno 2020 dal Registro Nazionale Gemelli (RNG), gestito all’interno del Centro: un’
indagine sulla popolazione di gemelli con tre survey successive per valutare l’impatto sulla vita quotidiana e le ripercussioni della pandemia sull’equilibrio psico-emotivo, inclusa la domanda di ricorso a specialisti della salute mentale.
I
risultati dello studio sono stati pubblicati il 22 aprile 2021 nel report
Pandemia, gli effetti sulla psiche (e non solo) dei gemelli italiani. In generale, lo studio mostra che i livelli di
ansia, depressione e stress, misurati durante il periodo di
lockdown, sono risultati
superiori a quelli stimati nella popolazione generale
prima dell’emergenza sanitaria. Analisi più approfondite hanno evidenziato che la
giovane età, la presenza di un
familiare con sintomi, i
problemi finanziari e la
solitudine sono i principali determinanti degli stati ansiosi e depressivi e dei livelli di stress percepito superiori alla norma.
Parallelamente a questa indagine, il Centro ha partecipato a uno
studio coordinato dal Dipartimento di salute mentale dell'Università della Campania “Luigi Vanvitelli”. L’obiettivo era valutare le aree del
funzionamento psicosociale, tra cui la presenza di sintomi dello spettro ansioso-depressivo, ossessivo-compulsivo e post-traumatico da stress. I risultati, ottenuti su un campione di
20.720 partecipanti, evidenziano che durante il
lockdown sono aumentati i livelli di
ansia, depressione e i sintomi legati allo
stress, soprattutto nei soggetti di
sesso femminile. Inoltre, la durata dell’esposizione al lockdown ha rappresentato un fattore predittivo significativo del rischio di presentare peggiori sintomi ansioso-depressivi.
Il Centro è stato anche parte del comitato promotore italiano dello
studio “
The COVID-19 HEalth caRe wOrkErS (HEROES) study”, un progetto di ricerca internazionale che ha coinvolto i cinque continenti attraverso una rete collaborativa di quasi 40 paesi. L'obiettivo era mettere in risalto le difficoltà e i problemi incontrati dagli operatori sanitari, supportare il loro ruolo, e produrre risultati che potessero indirizzare azioni e politiche di sostegno rivolte agli operatori stessi e alla riorganizzazione dei servizi.
Un altro
studio che vale la pena menzionare è quello recentemente
pubblicato online sulla rivista Frontiers in Psychiatry, che si basa su
una delle prime indagini a livello nazionale, realizzata nel primo periodo dell'epidemia (marzo 2020) e finalizzata a comprenderne l'impatto sociale e psicologico. Un sondaggio online ha raccolto informazioni sui dati sociodemografici, la storia del contatto diretto o indiretto con COVID-19 e altre informazioni relative all'emergenza. Il questionario per la valutazione dello stato generale di benessere psicologico (“
The General Psychological Well-Being Index” - PGWBI) e una versione modificata della “
PTSD Checklist for DSM-5”, incentrati sull'esperienza COVID-19, hanno valutato le condizioni psicologiche generali degli intervistati.
Su
1.639 intervistati, equamente distribuiti sul territorio italiano, il 5,1% ha riportato una sintomatologia di disturbo da stress post-traumatico e il
48,2% ha evidenziato un
minor benessere psicologico legato alla diffusione del COVID-19. Il minore benessere era significativamente più alto nelle
donne, di età inferiore ai 50 anni e con fattori di rischio per la salute. Un minor benessere psicologico è stato rilevato anche in individui che non sapevano se erano
infetti, che avevano avuto un'esposizione diretta o erano incerti sulla loro esposizione a COVID-19, o che conoscevano persone infette.
Per quanto riguarda le conseguenze sociali e comportamentali, gli intervistati hanno percepito un
peggioramento delle
condizioni demografiche,
economiche, sociali e
relazionali (vedi
tabella 3 dell'articolo). Circa le
attività più svolte durante l'emergenza, hanno riferito di un aumento della visione di film, del tempo in cucina, dell'uso dei social media e di una diminuzione dell'attività fisica (vedi
tabella 4). Quasi la metà del campione ha anche riportato un
impatto psicologico significativo (vedi
tabella 5). Rispetto ai dati abituali del questionario PGWBI, considerando il benessere totale e tutte le sottoscale, è stata registrata una media inferiore alla norma, che ha confermato il basso benessere psicologico della popolazione intervistata.
Questi risultati sottolineano la necessità di ulteriori studi volti a sviluppare interventi psicologici per minimizzare le conseguenze della pandemia.
Con l’obiettivo di
raccogliere dati sulle conseguenze della pandemia sulla salute mentale della popolazione, indagare la presenza e la gravità dei disturbi che le persone hanno nel loro quotidiano e orientare di conseguenza l'intervento di assistenza psicologica sul territorio, l’
associazione Soleterre ha istituito l'Osservatorio Covid sulla salute mentale. In un
comunicato di ANSA dei giorni scorsi, veniva descritta l’iniziativa intrapresa e veniva specificato che un primo strumento utile al lavoro dell'Osservatorio Covid-19 è il
sondaggio disponibile onilne rivolto a tutti e compilabile in circa 15 minuti.
Salute mentale e Covid: i dati che emergono dalla letteratura
Per avere una prima visione complessiva, può essere utile la
revisione sistematica e meta-analisi An evaluation of the mental health impact of SARS-CoV-2 on patients, general public and healthcare professionals: A systematic review and meta-analysis. Gli autori dello studio hanno condotto una ricerca completa dall'aprile 2020 al 22 gennaio 2021 utilizzando più database elettronici, sulla base
di un protocollo di revisione sistematica prima sviluppato e pubblicato. La ricerca ha identificato
11.295 studi e di questi
287 soddisfacevano i criteri di inclusione.
Tutti gli studi identificati sono stati valutati criticamente su base individuale utilizzando variabili comuni. Revisori indipendenti hanno valutato la qualità metodologica e il rischio di bias secondo la
scala Newcastle-Ottawa (NOS), che ha validità per l'uso negli studi di coorte (Wells et al. 2000); mentre la versione adattata proposta da Modesti (2016) è stata utilizzata nella meta-analisi per gli studi in sezione trasversale (cross–sectional study).
La scala Nos presenta otto elementi con tre parametri di qualità (i) selezione, (ii) comparabilità e (iii) risultato. E’ stata valutata la
qualità degli studi (buono, discreto e scadente) mettendo “stelle” ad ogni parametro/dominio, così da ottenere:
- buono: se ha ricevuto 3 o 4 stelle nella “selezione”, 1 o 2 in termini di “comparabilità” e 2 o 3 stelle nei “risultati”
- discreto: se ha ricevuto 2 stelle nella “selezione”, 1 o 2 stelle in termini di “comparabilità” e 2 o 3 stelle nei “risultati”.
- scadente: se è stato assegnato a 0 o 1 stella nella “selezione”, 0 stelle nella “comparabilità” e 0 o 1 stelle nel dominio dei “risultati”.
Per la meta-analisi sono stati inclusi
206 studi (83 su professionisti del settore sanitario, 134 sulla popolazione e 11 studi su entrambi) con una dimensione del campione di
721.244 e un'età media e mediana da 15,3 a 71 anni. Circa un terzo degli studi è stato condotto in Cina (n = 62) seguita da USA (n = 18), Regno Unito (n = 16) e Italia (n = 15), mentre 9 erano multinazionali.
La meta-analisi ha valutato
diversi outcome, basati sulla disponibilità delle statistiche riportate da ogni studio:
- prevalenza di ansia, depressione, disturbo post-traumatico da stress (PTSD), insonnia, comportamento suicidario o autolesionismo, benessere negli operatori sanitari e nella popolazione generale
- scarsa qualità del sonno e consumo di alcol nella popolazione generale
- significato clinico dei dati di prevalenza identificati
- sintesi interpretativa critica dei comuni risultati riportati negli operatori sanitari e nella popolazione generale.
I risultati per i pazienti non potevano essere sintetizzati per la meta-analisi; pertanto, questi sono stati presentati solo come revisione narrativa. Una
tabella fornisce un elenco dei principali temi emergenti dai vari studi e in quali gruppi essi erano prevalenti.
La meta-analisi ha rivelato:
- differenze minime nella prevalenza di ansia, depressione e PTSD tra gli operatori sanitari rispetto alla popolazione generale
- una maggiore prevalenza di pensieri suicidi o autolesionismo (11% vs 5,8%) nella popolazione generale rispetto agli operatori sanitari
- prevalenza inferiore di benessere (28,2% vs 52,6%) tra le persone comuni rispetto agli operatori sanitari.
La revisione e meta-analisi nel contesto degli altri studi sul tema
Evidenze prima della revisione
Gli
studi sulla salute mentale che esplorano l'impatto di SARS-CoV-2 sono
carenti. La probabilità di aumento di questi studi nel prossimo futuro è comunque limitata, in parte a causa della scarsa disponibilità di finanziamenti per la ricerca in questa area rispetto ad altre aree cliniche, ed anche per i focolai ricorrenti e il loro ricorrente impatto sulla salute mentale.
Precedenti revisioni sistematiche hanno riportato principalmente i
sintomi di salute mentale, utilizzando diverse metodologie che hanno dimostrato prove limitate, che potrebbero fornire una migliore comprensione ai medici, ricercatori clinici e responsabili
politici.
Valore aggiunto della revisione
Il valore aggiunto di questo studio si fonda sulla
metodologia basata sulle evidenze, utilizzata nel contesto di una revisione sistematica per valutare i risultati clinici nella salute mentale. Le precedenti revisioni sistematiche e le meta-analisi pubblicate non si concentrano sull'impatto e sulla serie di risultati utilizzando multiple coorti. Sebbene sia stata rilevata una prevalenza simile di ansia, depressione, PTSD e insonnia tra gli operatori sanitari e il pubblico, una novità in questo studio è che
nella popolazione sembra esserci una maggiore prevalenza di comportamenti suicidari o autolesionismo (11% vs 5,8%) e
una minore prevalenza di benessere (28,2% vs 52,6%), precedentemente non segnalati. Di conseguenza, il significato clinico associato ad ansia, depressione e PTSD, fornisce informazioni preziose per i servizi sanitari e in particolare per quelli di salute mentale, al fine di pianificare strategie di gestione clinica a breve, medio e lungo termine.
Implicazione di tutte le evidenze disponibili
La prevalenza varia tra gli operatori sanitari, i pazienti e il pubblico. Tuttavia, un tema comune ai sistemi sanitari globali e nazionali, dovrebbe essere lo sviluppo di una strategia di assistenza sanitaria mentale per
interventi/trattamenti collegati alla pandemia e la previsione di
servizi per un utilizzo a breve, medio e lungo termine. Inoltre, self-reporting e successiva self-assessment attraverso strumenti digitali, potrebbero fornire supporto sia ai pazienti che alle organizzazioni, per prepararsi a future pandemie, dato che le sintomatologie più comunemente riportate sono ansia e depressione. Questo ha implicazioni sia per la ricerca che per la clinica, per i pazienti attuali e futuri, per i medici e per i ricercatori.
Dai dati supplementari, una “panoramica” sul tipo di studi effettuati in Italia e sui risultati rilevati
Abbiamo estratto dai
dati supplementari della revisione, i riferimenti agli studi inclusi e
svolti specificatamente in Italia (non sono compresi quelli derivanti da revisioni o da studi condotti contemporaneamente in vari stati). Tra questi,
15 studi sono stati anche considerati nella realizzazione della meta-analisi.
La prima colonna della tabella riporta il numero presente nell’elenco generale.
Per saperne di più: